Starbucks minacciato dalla start-up cinese Luckin Coffee

Starbucks minacciato dalla start-up cinese Luckin Coffee

La nota catena di caffè Starbucks, che per la fine del 2019 punta a superare i 29 mila punti vendita in quasi 80 Paesi di tutto il mondo, ha recentemente rafforzato la sua presenza sul mercato cinese, dove il marchio della sirena a due code vanta già un totale di 3 mila negozi (destinati a raddoppiare entro il 2022). Strada spianata quindi? Non la pensa così la start-up asiatica Luckin Coffee.

A poco più di un anno dalla sua fondazione e con 2 miliardi di valore stimato, il giovane brand di Pechino avrebbe già citato in causa il colosso a stelle e strisce per pratiche anticoncorrenziali. In particolare, Starbucks avrebbe stipulato con alcune società immobiliari cinesi delle clausole di esclusività che impedirebbero di affittare locali liberi a Luckin Coffee, con il quale il marchio americano condividerebbe diversi fornitori.

Nonostante l’apertura di un mega store a Shangai nel 2017 e l’ancora fresca partnership con l’e-commerce Alibaba per la consegna a domicilio, la holding statunitense si trova dunque a fare i conti con un concorrente agguerrito e fortemente innovativo. Rispetto alla sua controparte d’oltreoceano, infatti, il “cervo blu” garantisce un’esperienza di acquisto totalmente online, accettando solo pagamenti via app. Un sistema che avvantaggia il cliente con l’accumulo di punti bonus e di caffè gratis per le consegne dopo i 30 minuti di attesa.