Bruxelles vuole limitare lo strapotere delle piattaforme come Amazon, Booking e Tripadvisor. Da luglio ranking e clausole più trasparenti per aiutare le pmi. Chi vincerà?
Destinazione: Milano. Date: dal 13 al 14 gennaio. Viaggiatori: uno. A queste condizioni Airbnb offre 300 alloggi in città. Ma se la ricerca parte in contemporanea da due browser, pur senza toccare i vari filtri per raffinarla, come prezzo o tipo di abitazione, sullo schermo compaiono due classifiche diverse. L’alloggio che in una lista è al primo posto, nell’altra è al terzo.
Perché? Se sei il proprietario di casa di uno di quelle 300 sistemazioni, o dei 7 milioni che Airbnb offre nel mondo, è indispensabile sapere come funziona il ranking, visto che, secondo l’ultimo studio del Nielsen Norman group (specializzato in ricerche sulla user experience) gli utenti spendono il 57% del tempo che dedicano a una pagina web nella parte superiore e il 74% ai primi due blocchi. Detto altrimenti, vende meglio chi sta in cima alla lista.
Lo dimostra il caso di Amazon, il più grande ecommerce del mondo. Il 42% degli utenti che cerca un prodotto non va oltre la prima pagina. E il 26% degli oltre duemila statunitensi osservati nel 2019 da Feedvisor (società di soluzioni per l’ecommerce) ha comprato il primo della lista.
Per questo l’Unione europea ha deciso di cambiare le regole del gioco per tutte quelle piattaforme digitali che fungono da intermediari per chi vende prodotti o servizi online. Da Google, Amazon, Alibaba, Ebay, Airbnb, Expedia, Booking, Tripadvisor, Deliveroo, Glovo in giù, gli oltre settemila marketplace censiti in Europa dal 12 luglio dovranno adeguarsi al regolamento 1150, varato nel giugno 2019.
La Commissione vuole promuovere “equità e trasparenza” per le imprese, specie le più piccole, che sfruttano queste ammiraglie digitali per raggiungere la clientela ma non ne conoscono gli ingranaggi. Di conseguenza, meccanismi di ranking, termini del servizio, procedure di chiusura di un profilo da quest’estate dovranno essere chiari, comprensibili e cristallini. Giocare ad armi pari, tra venditore e marketplace, ed eliminare le asimmetrie che danno al secondo un potere sconfinato sul primo: questi sulla carta gli obiettivi di Bruxelles.
Lato clienti non aspettatiamoci sconvolgimenti. “I consumatori non vedranno nulla”, anticipa Werner Stengg, a capo dell’unità ecommerce e piattaforme della direzione generale Connect della Commissione europea (responsabile per reti e tecnologia). La manovra avrà effetto dietro le quinte, nel rapporto tra le piattaforme e le aziende che le usano per vendere merce e servizi in rete. Ma quest’ultime a che punto sono con il processo di adeguamento al nuovo corso? Wired ha interpellato varie piattaforme. Amazon, Alibaba, Glovo ed Ebay hanno dichiarato di essere al lavoro. The Fork, Tripadvisor, Uber eats, Booking non hanno risposto alle domande. Deliveroo attende le linee guida, che la Ue pubblicherà a fine aprile, per adeguarsi.