L’Italia è il quarto paese al mondo per attacchi informatici con malware, virus malevoli, e il dodicesimo per quelli con ransomware, quei virus che prendono in ostaggio i dispositivi e bisogna poi pagare un riscatto ai cybercriminali per riavere il dati. Nel primo semestre 2019 nel nostro paese sono stati intercettati 9,4 milioni di malware e sono arrivate oltre 225 milioni di minacce informatiche via mail. I dati sono contenuti nel rapporto ‘Evasive Threats, Pervasive Effects’, di Trend Micro Research, azienda che si occupa di sicurezza informatica.
Sul podio per diffusione di malware ci sono Stati Uniti, Giappone e Francia. A livello mondiale la minaccia più rilevata è rappresentata dai virus malevoli per il cryptomining, che coniano criptovalute all’insaputa degli utenti sottraendo illecitamente risorse di sistema di un dispositivo oggetto dell’attacco. E aumentano gli attacchi mondiali di tipo ‘fileless’, minacce non visibili come i malware. Non coinvolgono l’installazione di nessun file malevolo sull’hard disk, ma colpiscono la memoria dei computer della vittima. Questa tecnica silenziosa è usata, appunto per il mining delle criptovalute, i ransomware e i trojan bancari che sottraggono credenziali nel corso di operazioni finanziarie online.